Visioni
Ragazzi ribelli e un tocco da «anime»
Maboroshi È una sorta di miracolo il fatto che ogni anno il cinema indipendente giapponese riesca a produrre ancora, a prescindere dalla situazione contingente in cui si ritrova a navigare
Una scena da Ongaku (On-Gaku Our Music) di Kenji Iwaisawa
Maboroshi È una sorta di miracolo il fatto che ogni anno il cinema indipendente giapponese riesca a produrre ancora, a prescindere dalla situazione contingente in cui si ritrova a navigare
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 15 gennaio 2021
È una sorta di miracolo il fatto che ogni anno il cinema indipendente giapponese riesca a produrre ancora, a prescindere dalla situazione contingente in cui si ritrova a navigare, almeno uno o due lavori capaci di elevarsi al di sopra della media generale. Se il caso più clamoroso è quello di Kamera o tomeru na! (One Cut of the Dead), la commedia horror che due anni fa si rivelò un incredibile successo di critica e pubblico, nell’anno appena concluso l’opera che più sembra incarnare questo spirito fresco, gioioso e fuori dagli schemi del cinema indipendente giapponese è Ongaku (On-Gaku Our...