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Raimondi, un testimone modernista a Bologna

Raimondi, un testimone modernista a BolognaGiorgio Morandi, Natura morta, 1951, Bologna, Museo Morandi

Novecento italiano L’officina paterna, l’amico Bacchelli, i poeti francesi, Giorgio Morandi... Torna, da Pendragon, Giuseppe in Italia, «autoritratto» con lo spirito del tempo di Giuseppe Raimondi, letterato outsider

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 28 febbraio 2021
Ancora negli anni settanta in piazza Santo Stefano a Bologna, all’altezza del civico n. 15, era individuabile il locale che aveva ospitato per decenni il laboratorio e negozio di stufe, anzi l’antica fumisteria appartenuta alla famiglia dello scrittore poligrafo Giuseppe Raimondi (1898-1985), che ne era stato l’ultimo titolare mantenendo da sempre, in quanto letterato, il ruolo di outsider. A quella stessa altezza cronologica, Raimondi risultava trasferito in via Arienti (nella casa che era stata di un suo grande amico di gioventù, Riccardo Bacchelli) ma restava ben attivo nello studio ricavato in un sottotetto di via Castiglione, tant’è che Mondadori aveva...

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