Reddito di cittadinanza, la doppia pena dei poveri senza residenza
Inchiesta Barriere burocratiche e tecnologiche, sbarramenti linguistici e patrimoniali, sospensioni del sussidio e una via crucis tra patronati e sedi dell'Inps. E' la storia dei beneficiari del cosiddetto "reddito di cittadinanza" che vivono nelle occupazioni delle case a Roma. Stranieri da anni nella capitale, italiani precari e disoccupati, giovani e non, vivono in attesa di un Sms e in molti casi lottano contro la legge "Renzi-Lupi" che nega la residenza a chi occupa per necessità una casa e si vede negare il sussidio. La campagna "Vogliamo tutto" chiede l'allargamento della platea del "reddito" e la rimozione degli ostacoli per la sua richiesta
Inchiesta Barriere burocratiche e tecnologiche, sbarramenti linguistici e patrimoniali, sospensioni del sussidio e una via crucis tra patronati e sedi dell'Inps. E' la storia dei beneficiari del cosiddetto "reddito di cittadinanza" che vivono nelle occupazioni delle case a Roma. Stranieri da anni nella capitale, italiani precari e disoccupati, giovani e non, vivono in attesa di un Sms e in molti casi lottano contro la legge "Renzi-Lupi" che nega la residenza a chi occupa per necessità una casa e si vede negare il sussidio. La campagna "Vogliamo tutto" chiede l'allargamento della platea del "reddito" e la rimozione degli ostacoli per la sua richiesta