Internazionale
Regeni, due anni dopo nessuna verità. E il regime reprime dal Cairo al Sinai
Egitto Il 3 febbraio 2016 veniva ritrovato il corpo devastato dalle torture del giovane ricercatore. Al-Sisi propone la stessa narrativa, mentre Amnesty Germania premia il Nadeem Center, chiuso un anno fa, e le opposizioni egiziane fanno appello al boicottaggio delle elezioni
Fiaccolata a Torino per Giulio, lo scorso 25 gennaio – LaPresse
Egitto Il 3 febbraio 2016 veniva ritrovato il corpo devastato dalle torture del giovane ricercatore. Al-Sisi propone la stessa narrativa, mentre Amnesty Germania premia il Nadeem Center, chiuso un anno fa, e le opposizioni egiziane fanno appello al boicottaggio delle elezioni
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 3 febbraio 2018
Due anni fa, in un fosso lungo l’autostrada Il Cairo-Alessandria, un camionista di passaggio (almeno ufficialmente) trovava il corpo di Giulio Regeni, devastato dalle torture. Dal 25 gennaio, anniversario della scomparsa, si moltiplicano le iniziative in tutta Italia per ricordare il ricercatore, un esercizio di memoria attiva che dichiarazioni stantie non riescono a sporcare. Due giorni fa, all’inaugurazione del mega bacino di gas sottomarino di Zohr, il presidente al-Sisi ha allietato l’ad di Eni De Scalzi con la solita narrativa del regime: Regeni è stato ucciso per rovinare i rapporti con l’Italia. Regeni è stato ucciso da professionisti della tortura,...