Scuola

Retromarcia di Draghi sulla scuola: il suo rischio non era «ragionato»

Retromarcia di Draghi sulla scuola: il suo rischio non era «ragionato»

Il caso Il 26 aprile in classe al 60% e non al 100%. La Dad continua fino a giugno. Aporie, ingiunzioni paradossali, scommesse, annunci populisti e matematiche impossibili: il modo in cui viene governata la scuola (e non solo) nella pandemia. E sull'istruzione questa è la seconda smentita di Draghi in poche settimane

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 21 aprile 2021
Il «rischio ragionato» di riportare gli studenti in classe al 100% non aveva fatto i calcoli con le regioni, i presidi e, in fondo, con una realtà dove innumerevoli tentativi inefficace sono stati intrapresi per garantire il diritto all’istruzione in tredici mesi di pandemia. E così ieri è accaduto che Draghi, dopo avere scommesso sulla roulette della riapertura dal 26 aprile fino a giugno, ha cambiato posizione e si è risvegliato nei panni del custode del principio di precauzione. Dopo avere chiuso le scuole per la variante inglese, e avere annunciato di volerle riaprire mentre la stessa variante è ancora...

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