«Rhapsody in Blue», anatomia di un simbolo americano
George Gershwin – Ap
Alias

«Rhapsody in Blue», anatomia di un simbolo americano

Miti L’eredità della celebre opera di George Gershwin, a cento anni dalla prima esecuzione in pubblico. Tra pellicole iconiche e infinite versioni
Pubblicato 9 mesi faEdizione del 17 febbraio 2024
La Rhapsody in Blue da quel 12 febbraio 1924 «ne ha fatta di strada», arrivando, soprattutto dal secondo Novecento, con la giusta distanza storica, a rappresentare il simbolo musicale dell’immaginario collettivo americano (e non): la bellissima sequenza con cui Woody Allen apre il film Manhattan (1981) con le inquadrature in bianco e nero sui dettagli dei grattacieli Art déco, viene contrappuntata proprio dalla raffinata esecuzione della «rapsodia» diretta da Zubin Mehta con la New York Philharmonic; esattamente vent’anni dopo, la Walt Disney Company, forse per bissare il successo del capolavoro Fantasia (1940), propone il sequel Fantasia 2000 con repertori ultraclassici;...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi