Scuola
Ricercatori usa e getta: dopo il dottorato fuori nove su dieci
Università Settima indagine annuale dell'associazione dottorandi italiani (Adi) dopo dieci anni di tagli: solo il 9,2% degli assegnisti di ricerca viene data la possibilità di arrivare a un contratto a un contratto indeterminato
Roma, università "La Sapienza" – Eidon
Università Settima indagine annuale dell'associazione dottorandi italiani (Adi) dopo dieci anni di tagli: solo il 9,2% degli assegnisti di ricerca viene data la possibilità di arrivare a un contratto a un contratto indeterminato
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 6 dicembre 2017
Dieci anni di tagli all’università e alla ricerca hanno portato a questa situazione: l’Italia ha il più basso numero di dottorandi di ricerca in Europa. Da quando è stata imposta la riforma Gelmini – accompagnata dal mega taglio di 1,1 miliardi al fondo di finanziamento degli atenei – il calo è stato del 41,2%. Nemmeno il sussulto dell’ultimo anno (9250 posti in più, il 5,5%) è servito a frenare questa valanga. Al termine del dottorato, e di un successivo assegno di ricerca, il 90,8% dei ricercatori deve cambiare mestiere, oppure emigrare. Al restante 9,2% si spalancano le porte di una...