Alias Domenica
Richier, le ibridazioni della lacerata
A Parigi, Centre Pompidou, "Germaine Richier", a cura di Ariane Coulondre L’umano mischiato all’animale e al vegetale nelle sue sculture scabre, forate, incrostate: fra surrealista e informale, la sua ricerca è parallela a quella di Giacometti
Nella fotografia di Agnès Varda, Germaine Richier nel suo atelier (30 novembre 1955) © Adagp, Paris, 2022. Succession Agnès Varda
A Parigi, Centre Pompidou, "Germaine Richier", a cura di Ariane Coulondre L’umano mischiato all’animale e al vegetale nelle sue sculture scabre, forate, incrostate: fra surrealista e informale, la sua ricerca è parallela a quella di Giacometti
Pubblicato più di un anno faEdizione del 16 aprile 2023
Davide RaccaPARIGI
Germaine Richier, “La Chauve-souris” (1946), Montpellier, Musée Fabre «Ho dipinto una grande scacchiera con i colori che mi piacevano. È un gran lavoro che ha riempito di gioia il mio cuore», scrive nel 1959 la scultrice Germaine Richier qualche mese prima di morire. Arroccati su piedistalli che li porgono ad altezza di sguardo, cinque pezzi del gioco degli scacchi sono così liberamente interpretati dall’artista: il re, con la testa di lisca di pesce, ha in mano il compasso da scultore; la regina, dal volto di teschio bovino, leva in alto le braccia a guisa di rami; il folle ha gambe...