Cultura
Riet Wijnen, un’astrattista che conversa con le artiste dimenticate
Mostre «Sixteen Conversation on Abstraction (table/table)» a cura di Kunstverein Milano presso Assab One. La personale rende omaggio anche alla NY Wages for Housework Campaign guidata da Silvia Federici
«Sixteen Conversation on Abstraction (table/table)» di Riet Wijnen
Mostre «Sixteen Conversation on Abstraction (table/table)» a cura di Kunstverein Milano presso Assab One. La personale rende omaggio anche alla NY Wages for Housework Campaign guidata da Silvia Federici
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 12 marzo 2022
Il linguaggio astratto è quello prediletto dall’artista olandese Riet Wijnen, la cui personale milanese a cura di Kunstverein Milano (fino al 19 presso Assab One) s’intitola non a caso Sixteen Conversation on Abstraction (table/table). Una mostra densa che nasce da un lungo lavoro di ricerca la cui complessità non ostacola il godimento delle opere esteticamente attraenti e capaci di incuriosire. L’artista non si limita a utilizzare semplicemente il vocabolario visivo dell’astrazione all’interno delle proprie installazioni, ma dal 2015 indaga il concetto anche attraverso la ricerca storica e la sperimentazione teorica. WIJNEN HA SCELTO di scrivere una serie di conversazioni immaginarie...