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Riforme (e rivoluzioni)

In una parola Sarà possibile ridare al termine il significato di cambiamento positivo? O resterà il ricordo delle lacrime di Elsa Fornero

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 6 maggio 2014
La parola riforme è stata utilizzata in questi anni di austerità in un modo tale che può venire in mente il noto motto nazista a proposito della parola cultura: «Quando sento parlare di riforme metto mano alla pistola…». Scherzi a parte, sarà possibile ridare al termine il significato di cambiamento positivo? O resterà il ricordo delle lacrime di Elsa Fornero, del tutto giustificate, quando annunciò la riforma delle pensioni? Sarà per questo che Matteo Renzi parla addirittura di rivoluzione. Per ora è un indirizzo di posta elettronica. Ma – come ha osservato recentemente Aldo Tortorella (http://criticamarxistaonline.files.wordpress.com/2014/01/1-editoriale-pp-2-6.pdf) – il fatto che...

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