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Riformismo, progressismo i feticci del bene politico

Riformismo, progressismo i feticci del bene politico – Giulio Paolini

Sinistra Renzi si dichiara «riformista di sinistra», Pisapia si battezza come «campo progressista». Due costruzioni retoriche, in danno dell’analisi e della critica della realtà

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 14 gennaio 2017
Da tempo ormai, in gran parte dei politici di sinistra, è venuta consolidandosi una paradossale forma di automatismo nei modi di pensare la complessità della dimensione politica. Quanto meno essi si misurano con l’analisi delle condizioni materiali tanto più esercitano la fantasia nelle formule verbali. E maggiormente nelle formule verbali adatte a mantenere la necessaria agilità di esercizio nel contesto del gioco politico. Costoro si sono specializzati nell’uso di parole e/o locuzioni «suggestive», cioè, come recita il «Grande Dizionario della Lingua Italiana» (Utet)», tali da suscitare «uno stato di coinvolgimento emotivo, sentimentale, fantastico (…) che rappresenta evocativamente, pateticamente» piuttosto che...

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