Alias Domenica
Rigore e invenzione a Ercolano-Pompei
Scavi Ercolano e Pompei Dalle preziose incisioni borboniche al turismo di massa: una mostra ticinese (poi a Napoli) indaga la «comunicazione» dell’archeologia attraverso l’immagine dei due siti scoperti e scavati nel ’700
Luigi Capaldo, Scavo archeologico a Pompei, 1860 ca., Napoli, Museo Nazionale San Martino
Scavi Ercolano e Pompei Dalle preziose incisioni borboniche al turismo di massa: una mostra ticinese (poi a Napoli) indaga la «comunicazione» dell’archeologia attraverso l’immagine dei due siti scoperti e scavati nel ’700
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 15 aprile 2018
Maurizio GiufrèCHIASSO
Che la scoperta di Ercolano e Pompei abbia «datato un’èra», un po’ come successe con la scoperta dell’America, lo svelò con piglio erudito Mario Praz nel suo Gusto neoclassico, non prima però di avere condiviso con Goethe che mai nessuna catastrofe fu «fonte di tanto piacere pel resto dell’umanità, come quella che seppellì» i due centri campani. «Piacere» che riguardò non solo artisti, uomini di lettere, antiquari e archeologi con sovrani, funzionari pubblici e militari che con curiosità, ambizione, passione, obblighi o cupidigia direttamente incorsero nel «prodigioso» ritrovamento; ma anche tutti quelli che di quel pezzo di mondo antico subiranno...