Italia

Ritorno al Vajont, in cerca di nuove risposte (fotoreportage e video)

Ritorno al Vajont, in cerca di nuove risposte (fotoreportage e video)Giuliano e Maria Antonietta, sopravvissuti di Casso, mostrano la foto del giorno in cui si sposarono. Lo fecero solo un mese dopo la tragedia, in abiti neri – Martino Chiti

1962-2016 Nei luoghi simbolo della tragedia - la più grave e dimenticata d’Italia - in cui esattamente 53 anni fa trovarono la morte duemila persone. Per fotografare l’incontro tra due realtà - la solitudine dei sopravvissuti e l’omaggio alla vita degli artisti che si misurano con la traumatica realtà di oggi - che può aprire nuove prospettive. E andare oltre la mera commemorazione

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 9 ottobre 2016
Il 9 ottobre 1963 alle 22:39 un’enorme frana si stacca dal monte Toc e si riversa nel bacino artificiale creato dalla diga del Vajont, alta 265 metri e larga 27. La diga non cede ma si forma un’onda di 50 milioni di metri cubi d’acqua che distrugge a valle Longarone e i paesi adiacenti, a monte buona parte di Erto e Casso.In circa 4 minuti muoiono circa 2000 persone. Oggi Longarone e Casso sono i luoghi simbolo della tragedia del Vajont, ma anche i luoghi dove cercare le risposte; città che mutano, mutevoli come le città invisibili di Italo Calvino. A...

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