Europa
Riunirsi, l’insostenibile imperativo degli italiani
Il Pd alla prova di Bruxelles Non perdere (troppo) per i dem non è solo una questione interna. Ecco perché la pretesa di tenere fuori dalle liste gli ex non piace a S&D
Nicola Zingaretti, segretario Pd, e il suo predecessore Maurizio Martina – LaPresse
Il Pd alla prova di Bruxelles Non perdere (troppo) per i dem non è solo una questione interna. Ecco perché la pretesa di tenere fuori dalle liste gli ex non piace a S&D
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 20 marzo 2019
Il 41 per cento del 2014 è inarrivabile, qualcosa più della metà però al Pd è indispensabile. E non solo, come vedremo, per ragioni interne. Per questo il nuovo segretario Nicola Zingaretti punta ad aprire porte e finestre delle liste in vista del voto del 26 maggio. Nel ’14, anno primo dell’era renziana, il Pd aveva eletto 31 eurodeputati. Ora ne restano 29 secondo i zingarettiani, e invece solo 26 secondo i renziani. I primi mettono nel conto i tre che in Italia sono usciti con la scissione di Art.1 (Paolucci, Panzeri e Zanonato), che però a Bruxelles sono rimasti...