Europa
Rivolta a Libération, «siamo un giornale non un marchio»
Il blitz di Rotschild Rothschild e gli altri proprietari del giornale fondato da Sartre vogliono "monetizzare" il "marchio" per trasformare le sede di rue Béranger in spazio multimediale e centro di conferenze, con bar e ristorante curati dal designer Philippe Starck. La redazione sarà esiliata in periferia
La prima di Libé dell'8 febbraio 2014
Il blitz di Rotschild Rothschild e gli altri proprietari del giornale fondato da Sartre vogliono "monetizzare" il "marchio" per trasformare le sede di rue Béranger in spazio multimediale e centro di conferenze, con bar e ristorante curati dal designer Philippe Starck. La redazione sarà esiliata in periferia
Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 9 febbraio 2014
Anna Maria MerloPARIGI
Sulla prima pagina di Libération di sabato 8 febbraio c’è un titolo a caratteri cubitali: «Siamo un giornale, non un ristorante, non una rete sociale, non uno spazio culturale, non una piattaforma televisiva, non un bar, non un’incubatrice di start up. I dipendenti di Libération rispondono al progetto degli azionisti». All’interno, cinque pagine dedicate all’ultimo capitolo della crisi del giornale. Il quotidiano, che ha quarant’anni di vita più o meno come il manifesto, perde soldi. Nel 2013 ha perso 1,3 milioni di euro. Gli azionisti, nel novembre scorso, avevano proposto alla redazione un taglio degli stipendi intorno al 10% per...