Alias Domenica
Roberto Kusterle, riti perturbanti di un artigiano del bianco e nero
A Gorizia, Palazzo Attems Ritratti cosparsi di piccole conchiglie, uomini-iguana e altre metamorfosi nei set fotografici del goriziano Roberto Kusterle: fra i ruvidi monti e i greti riarsi dei fiumi del suo Friuli
Roberto Kusterle, «Lo schermitore solitario», «Anakronos», 2004, stampa ai sali d’argento
A Gorizia, Palazzo Attems Ritratti cosparsi di piccole conchiglie, uomini-iguana e altre metamorfosi nei set fotografici del goriziano Roberto Kusterle: fra i ruvidi monti e i greti riarsi dei fiumi del suo Friuli
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 16 ottobre 2022
Luca Pietro NicolettiGORIZIA
Nel campo della fotografia, il goriziano Roberto Kusterle, classe 1948, potrebbe essere classificato fra gli eccentrici e visionari: un mondo surreale, il suo, costruito battendo la terra friulana fra il greto riarso dei fiumi e le montagne più ruvide alla ricerca del luogo migliore per inscenare apparizioni di romantica, scabra inquietudine. Prima che l’avvento del digitale ampliasse le possibilità e le occasioni di montaggio delle immagini, infatti, la sua fotografia si basava sul travestimento, su un intervento concreto di manipolazione e assemblaggio di corpi e paesaggi: ritratti cosparsi di piccolissime conchiglie, uomini-iguana dalla schiena piena di aculei, mitili e crostacei...