Internazionale
Rock e graffiti da battaglia
Afghanistan Come far digerire l’occupazione militare con le armi della cultura? Il festival «Sound Central» ci prova, offrendo ai giovani di Kabul un luogo in cui sognare
Il graffitista Reza Amiri di fronte a una sua opera – Giuliano Battiston
Afghanistan Come far digerire l’occupazione militare con le armi della cultura? Il festival «Sound Central» ci prova, offrendo ai giovani di Kabul un luogo in cui sognare
Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 11 maggio 2013
Giuliano BattistonKABUL
«Sono occasioni importanti, perché si respira un’aria diversa, si sperimentano cose nuove. A me piacciono le cose nuove». Camicia a maniche corte sopra un paio di jeans ben stirati, sciarpetta intorno al collo, occhi celesti, Zabi Siddiq è uno dei tanti ventenni venuti al centro culturale francese di Kabul, accanto al liceo Esteqlal, per assistere al Sound Central, il Central Asia’s Modern Music Festival. «L’idea è uscita fuori tre anni fa circa» spiega il fotogiornalista Trevis Beard, che del Festival è ideatore e organizzatore. «Io e i miei amici ci eravamo stufati di quanto offriva la scena musicale e culturale...