Alias

Rock, l’arte di arrangiarsi

Rock, l’arte di arrangiarsiSpike Jones nel 1948, maestro nell'arte di arrangiarsi

Storie/Piccoli e grandi colpi di genio per risolvere in studio criticità inattese o creare sorprendenti sonorità Prima dell’avvento della tecnologia, artisti e produttori hanno dovuto aguzzare l’ingegno. Da Morricone a Sun Ra, dai Deep Purple ai Pink Floyd

Pubblicato più di un anno faEdizione del 19 agosto 2023
L’arte di arrangiarsi in studio di registrazione, e qualche altra volta in situazioni meno confortevoli, compare di necessità quando inizia la registrazione stessa. O, per meglio dire con un termine che ha avuto poco fortuna, ma che contiene molta più verità semantica del primo, la fonofissazione, il «fissare in qualche maniera nella materia un suono». Perché la registrazione, nella sua apparente pretesa di oggettività nel restituire il suono è, per dirla con Evan Eisenberg de L’angelo con il fonografo, «il fotomontaggio di un minotauro». L’arte di arrangiarsi, si diceva: per quanto reso possibile dai mezzi tecnici dell’epoca, o per un’idea...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi