Cultura
Rojava e le armi della libertà femminile
Kobane non è sola Le donne curde che combattono nella Rojava esprimono una resistenza alle truppe dell’Isis e al linguaggio politically correct dell’Occidente
/var/www/ilmanifesto/data/wordpress/wp content/uploads/2014/10/15/donnerojava 599x275
Kobane non è sola Le donne curde che combattono nella Rojava esprimono una resistenza alle truppe dell’Isis e al linguaggio politically correct dell’Occidente
Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 16 ottobre 2014
Una foto che circola da qualche giorno, nella quale un soldatodello Stato islamico, sorridendo, tiene per i capelli la testa mozzata di una combattente curda, aiuta forse a capire perché una delle donne delle Ypj dichiari in un’intervista che l’Isis è nemico dell’umanità. Per lei e le sue compagne Kobane è il confine globale tra la civiltà e la barbarie. Eppure queste parole sono spiazzanti perché, soprattutto dopo l’11/9 (l’attacco alla Torri gemelle a New York, n.d.r.), sono servite a giustificare una guerra combattuta senza frontiere in nome della «duratura libertà» dell’Occidente minacciato dal terrorismo globale. Ma è spiazzante anche...