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Roma, a sinistra l’indignazione è effimera
Democrazia capitale Da quando è iniziato il caso Marino ricevo telefonate e messaggi, da compagni e amici, il cui contenuto è pressappoco questo: «Facciamo qualcosa, non possiamo assistere alla morte della democrazia». […]
Democrazia capitale Da quando è iniziato il caso Marino ricevo telefonate e messaggi, da compagni e amici, il cui contenuto è pressappoco questo: «Facciamo qualcosa, non possiamo assistere alla morte della democrazia». […]
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 4 novembre 2015
Da quando è iniziato il caso Marino ricevo telefonate e messaggi, da compagni e amici, il cui contenuto è pressappoco questo: «Facciamo qualcosa, non possiamo assistere alla morte della democrazia». Ma questo sentimento autentico di malcontento, o di disagio, o di frustrazione, non arriva oltre una sana quanto legittima indignazione «trasformando la spontaneità in organizzazione, la folla in massa cosciente, il dissenso in proposta politica alternativa», come ha ben scritto Angelo D’orsi (il manifesto, 1 novembre). Essa, quando c’è – e non sempre c’è – appare un fuoco di paglia, una levata di scudi senza alcun esito politico. Tant’è che...