Lavoro
Mafia Capitale, il lato oscuro dell’accoglienza: gli operatori senza stipendio
Roma Il caso della cooperativa «Il Sorriso». La protesta dei lavoratori e delle Camere del lavoro autonomo e precario (Clap) contro una gestione della forza-lavoro «mirata allo sfruttamento delle risorse umane e accompagnata da pratiche lesive dei diritti dei migranti». Una testimonianza drammatica sullo stato della solidarietà in Italia
Un'immagine del sit-in degli operatori della coop "Il Sorriso" e delle Clap: "A voi un sorriso, a operatori e utenti non resta che piangere?"
Roma Il caso della cooperativa «Il Sorriso». La protesta dei lavoratori e delle Camere del lavoro autonomo e precario (Clap) contro una gestione della forza-lavoro «mirata allo sfruttamento delle risorse umane e accompagnata da pratiche lesive dei diritti dei migranti». Una testimonianza drammatica sullo stato della solidarietà in Italia
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 25 settembre 2015
Di Mafia Capitale si conosce il «sistema Buzzi-Carminati», ma non la condizione degli operatori che lavorano nei centri di accoglienza per migranti e rifugiati. Sono giovani professionisti esperti: psicologi, educatori, assistenti, insegnanti. Una stima precisa su quanti siano non c’è, ma tra cooperative e consorzi che operano nel settore a Roma sembra che siano all’incirca duemila. Dopo lo tsunami degli arresti e delle indagini, lontano dai riflettori e nell’impotenza della politica, la loro condizione già precaria è peggiorata. La maggioranza denuncia ritardi del pagamento degli stipendi, da quattro a sette mesi in media. Alcuni non sono stati nemmeno pagati, a...