Cultura

Roma non sorride alla modernità

Roma non sorride alla modernitàPaolo Portoghesi, interno moschea, Roma, 1974

Spazi urbani Un’intervista con l’architetto e storico Paolo Portoghesi. «La capitale non ha bisogno di espandersi. Dovrebbe invece assorbire le sue “città figlie” attraverso un piano che le possa dotare di servizi e luoghi di incontro»

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 2 agosto 2020
Il piccolo centro di Calcata, poco distante da Roma, è l’«osservatorio» dal quale Paolo Portoghesi guarda, da circa vent’anni, le vicende romane. Con la Capitale, come lui stesso ha spiegato in Roma/amor (Marsilio, 2019), il paese arroccato su una montagnola di tufo, ha un’«affinità geologica». Nel Pliocene, infatti, dove ora scende il fiume Treia, scorreva il Tevere. Perciò «il paesaggio di Calcata è simile, in proporzioni ridotte, a quello nel quale Roma nacque come unione di piccoli insediamenti, arroccati sulle colline». Portoghesi ci riceve in uno spazio raccolto dove tra libri, disegni e alcuni mobili da lui creati, il suo...

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