Alias Domenica
Roma Sessanta, tradizione e pop
Una mostra al Macro descrive il rapporto sentimentale con Roma dei pittori di piazza del Popolo (e non): icone e toni specifici che guardano alla Storia in funzione sperimentale Come ha visto Calvesi, Schifano, Festa e gli altri si sottrassero neo-metafisicamente alle sirene U.S.A.
Renato Mambor, «Zebra e Colosseo», 1965
Una mostra al Macro descrive il rapporto sentimentale con Roma dei pittori di piazza del Popolo (e non): icone e toni specifici che guardano alla Storia in funzione sperimentale Come ha visto Calvesi, Schifano, Festa e gli altri si sottrassero neo-metafisicamente alle sirene U.S.A.
Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 2 ottobre 2016
Questa è la storia di un gruppo di ragazzi, di artisti formatisi a Roma, tra il 1958 e il 1968. Autodidatti o diplomati al Liceo artistico, sognavano di essere pittori o attori. Alcuni di loro sono morti giovani, in una consapevole autodistruzione. Centauri romantici, in una cultura massificante nell’Italia del boom, tra la Fiat Seicento e l’avvento della Televisione, progettavano forme, e avevano intuizioni profetiche». Si apre così Fiato d’artista, il noto diario-racconto di Paola Pitagora sugli anni trascorsi a Roma accanto a Renato Mambor e agli artisti del cosiddetto gruppo di piazza del Popolo, Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano...