Visioni

Romaeuropa, «Plexus», la vita è una selva di fili

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A teatro Lo spettacolo chiude Romaeuropa, è un atto poetico del regista e drammaturgo Aurelien Bory, un tributo alla fisicità panteista dell’ukiyo-e, a quel concetto del «vivere fluttuante», assaporando gli stati della natura, le stagioni del mondo

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 29 novembre 2014
All’inizio è il corpo, anzi i rumori del corpo, a cominciare da quei battiti meccanici del cuore che apparentano gli umani ai robot. O, meglio, a maschere del teatro No che scivolano fra gli ostacoli, opponendo resistenze inconsuete o lasciandosi andare tra i flutti. Movimenti spezzati, da bambola che si accartoccia introducono in scena la danzatrice giapponese Kaori Ito, che «viene alla vita» in un nero alchemico e uterino in questo spettacolo all’incrocio tra oriente e occidente. Plexus, che chiude Romaeuropa festival al teatro Brancaccio di Roma (repliche fino a domenica), è un atto poetico del regista e drammaturgo Aurelien...

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