Europa
Romania, vince l’astensione. Ora il rebus governo
Elezioni Solo il 33% è andato a votare. A sorpresa i socialisti (29.7%) tornano a essere primo partito. Liberali fermi al 25.5%, un risultato deludente per il premier Orban che si dimette. Exploit della neoformazione della destra populista Aur (Alleanza per l’Unione dei rumeni)
Seggio elettorale a Bucarest, in basso il premier Ludovic Orban e il presidente Klaus Iohannis – Ap
Elezioni Solo il 33% è andato a votare. A sorpresa i socialisti (29.7%) tornano a essere primo partito. Liberali fermi al 25.5%, un risultato deludente per il premier Orban che si dimette. Exploit della neoformazione della destra populista Aur (Alleanza per l’Unione dei rumeni)
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 8 dicembre 2020
Gianluca FalcoBUCAREST
Domenica scorsa si sono svolte in Romania, nel rispetto delle misure anti-Covid, le elezioni parlamentari più scialbe che la storia post-comunista di questo paese ricordi. Un solo dato basta a sintetizzare la scarsa importanza che hanno riscontrato nel paese: quello dell’affluenza. Degli oltre 18 milioni degli aventi diritto, infatti, circa sei milioni si sono presentati alle urne per una percentuale, la più bassa di tutti i paesi dell’Unione Europea e agli ultimi posti nel mondo, del 33% (i dati non sono ancora definitivi per via del conteggio delle schede dei rumeni della diaspora). Un solo vincitore, dunque, l’astensionismo che ha...