Cultura

Romanistan quattro: I Rom in Iran, come gocce d’acqua assorbite da un terreno arido

Romanistan quattro: I Rom in Iran, come gocce d’acqua assorbite da un terreno arido

(Adagio a ritroso) Pulikle pulikle, pale pale / QUARTA TAPPA Abbandonato il paesaggio ancora per certi versi europeo dell'Armenia, entrare in Iran è come tuffarsi in un altro continente; in una settimana attraversiamo alcune migliaia di kilometri sprofondando progressivamente nel deserto in un caldo sempre più intenso. Tutto cambia, le piante, le rocce, le città, le popolazioni, la luce. Il taglio è netto, non solo dal punto di vista politico e religioso

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 21 giugno 2019
Yazd, h 23.07. Entrati in Iran con una procedura lunga, ma priva di reali inconvenienti: welcom in Iran. Al di là della frontiera, passato a piedi un ponte sul fiume torbido/cioccolato ci piazziamo in attesa in un vasto parcheggio con alcune centinaia di camion, molte meno le macchine, e un flusso costante di donne e uomini e merci che se la fanno a piedi. I funzionari sbrigano le procedure con lenta indefferenza. Una camion alla volta se ne va. Noi ci mettiamo 6 ore e poteva andare peggio. Domani sarà la volta della frontiera pakistana, assai più complicata. Abbandonato il...

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