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Rosenkranz e Zweig, l’ebraismo prima della fine del mondo

Rosenkranz e Zweig, l’ebraismo prima della fine del mondoRudolf Wacker, «Natura morta», 1928

Carteggi Sedicenne raffinato, lo sguardo alla Palestina, Hans Rosenkranz si rivolge a Stefan Zweig: vuole diventare scrittore. Dal 1921 al 1933 le lettere tra i due evocano Herzl, Rolland, Schnitzler, Verhaeren, Freud...: da Giuntina

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 7 marzo 2021
Nel 1921, Hans Rosenkranz, nativo di Königsberg in Prussia orientale, ha sedici anni ed è un enfant prodige. Raffinatissimo per sensibilità, ha lo sguardo acuto sulla questione ebraica, divisa in Germania tra la felice evidenza di un’integrazione riuscita e il ciclico risorgere di un antisemitismo mai sopito. Rivolge la speranza ai cieli orientali della Palestina, promessi dal sogno sionista, ha una vocazione letteraria in germe e molte aspirazioni nel cassetto. Scrive una lettera a Stefan Zweig, chiedendo consiglio per diventare scrittore e accludendo alcune precoci poesie: lo spessore della riflessione, la sincerità degli intenti, l’essenzialità di un discorso che va...

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