Alias Domenica
Roussel: con le macchine inverosimili ipnotizzò Breton e Duchamp
Novecento francese Una congerie di invenzioni linguistiche e automi affollano le pagine di Raymond Roussel, l’irregolare che i surrealisti consideravano un loro apripista (ma in lui non c’è mai l’intento dissacratorio). Ora le giovani Edizioni Grenelle di Potenza ripropongono uno dei suoi strampalati romanzi: «Locus Solus»
Lo scrittore e drammaturgo Raymond Roussel, nato a Parigi nel 1877, suicidatosi a Palermo nel 1933
Novecento francese Una congerie di invenzioni linguistiche e automi affollano le pagine di Raymond Roussel, l’irregolare che i surrealisti consideravano un loro apripista (ma in lui non c’è mai l’intento dissacratorio). Ora le giovani Edizioni Grenelle di Potenza ripropongono uno dei suoi strampalati romanzi: «Locus Solus»
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 1 ottobre 2017
«Come mai un uomo che non ha nulla da dire, e lo dice pure male, è stato in grado di dare vita ad un’opera tra le più importanti della letteratura francese?» si chiedeva Robbe-Grillet a proposito di Raymond Roussel (1877-1933). Definito da Cocteau il «Proust dei sogni», Roussel fu una delle più singolari figure di quella straordinaria costellazione di «irregolari» che contrassegna il Novecento letterario transalpino (si pensi, tanto per fare qualche nome, a Jarry che, in punto di morte, domanda uno stuzzicadenti e a Max Jacob che afferma di interloquire correntemente con Dio). In quanto a stranezze, Roussel non...