Visioni
Ryan Murphy: «La storia dei ball, dove gli eroi erano gli emarginati»
Intervista Lo sceneggiatore e regista racconta la sua nuova serie tv, «Pose», nella New York Lgbt degli anni ottanta
Intervista Lo sceneggiatore e regista racconta la sua nuova serie tv, «Pose», nella New York Lgbt degli anni ottanta
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 13 giugno 2018
Luca CeladaLOS ANGELES
L’emancipazione metaforica di personaggi outsider, ai margini della società mainstream, è tema ricorrente nelle creazioni di Ryan Murphy: serie come Glee e le antologie di American Horror Story. Queste ultime, prodotte con quella che è praticamente una compagnia stabile soprattutto di attrici (Jessica Lange, Kathy Bates, Sarah Paulson) trattano di «freaks» da baraccone, streghe, vampiri e una galleria di personaggi eccentrici e anticonformisti. Anche le Bette Davis e Joan Crawford di Feud sono rappresentanti in qualche modo dell’impietosa condizione femminile delle dive dello star system, mentre Glee è diventato programma cult per le tematiche gay giovanili. Un curriculum di commento...