Lavoro
SaGa Coffee, delocalizzazione all’italiana
Crisi Senza Sosta La multinazionale bergamasca Evoca sposta la produzione dall’appennino bolognese alla Romania. Oggi protesta sotto la Regione. Sono 220 - 80% donne - i posti a rischio, in un territorio in cui nel 2016 Philips chiuse la Saeco, altra ditta di macchine da caffè. I sindacati: «Dov’è finita la legge promessa?»
Il presidio della Fiom e della Fim fuori dalla SaGa coffee di Gaggio Montano (Bologna)
Crisi Senza Sosta La multinazionale bergamasca Evoca sposta la produzione dall’appennino bolognese alla Romania. Oggi protesta sotto la Regione. Sono 220 - 80% donne - i posti a rischio, in un territorio in cui nel 2016 Philips chiuse la Saeco, altra ditta di macchine da caffè. I sindacati: «Dov’è finita la legge promessa?»
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 9 novembre 2021
Giovanni StincoBOLOGNA
Il linguaggio è tecnico. «Ottimizzazione dei costi», «razionalizzazione del perimetro industriale», «competitività». La realtà è molto più brutale: chiusura entro il 2022 di una fabbrica sull’Appennino bolognese, la SaGa Coffee di Gaggio Montano, fine di 220 posti di lavoro, delocalizzazione della produzione in Romania. A deciderlo la multinazionale italiana Evoca, controllata dal fondo americano Lone Stars. Un disastro per le lavoratrici bolognesi – l’80% della forza lavoro è fatta da donne operaie – impegnate nella costruzione di macchine da caffè per bar, ristoranti e mense. «Semplicemente una catastrofe», dice Primo Sacchetti della Fiom-Cgil, che il territorio lo conosce bene e...