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Salutare pausa, senza bisogno di virus virtuali

Salutare pausa, senza bisogno di virus virtualiScuola chiusa – LaPresse

Scuola La vita ai tempi del colera, come nel romanzo di Garcia Marquez, è strana, ambigua, carica di presagi di morte ma anche di desideri d’amore e di poesia. Accade perché è più lenta, perché deve modificare la percezione solita dello spazio e del tempo

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 6 marzo 2020
Stare a casa, senza il dovere dei compiti, senza l’assillo di mettere una idea in una griglia o in una mappa concettuale, senza prepararsi per i quiz o per gli invalsi. Non andare in palestra, né a danza, né alla lezione dove si impara a balbettare l’inglese. Leggere Pinocchio o Cime Tempestose o Germinale e Metello, così, senza un fine se non il piacere. Giocare alle costruzioni, fare pupi di cartapesta con i vecchi giornali. Prendere un cavalletto e dipingere mescolando colori, sentire la musica, così, senza un fine se non il piacere. Parlare con i nonni, magari a un...

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