Visioni

Samara Joy, voce notturna oltre i confini del jazz

Samara Joy, voce notturna oltre i confini del jazzSamara Joy

Musica Esce oggi «Linger Awhile», secondo e sorprendente album per la giovane cantante newyorkese. Interprete dalla grande tecnica, rilegge Gershwin, Monk e non teme il confronto con le «divine» del genere

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 16 settembre 2022
I paragoni – soprattutto se diretti verso un’artista giovane, 23 anni, rischiano di suonare come irriverenti e talvolta ingombranti. Ma per la newyorchese Samara Joy si è disposti a correre il rischio perché la sua padronanza dei mezzi vocali e un indiscutibile tecnica, l’avvicinano alla divina Sarah Vaughan. Solenne nei bassi, elegante nei medi, duttile negli alti, ascoltarla nei dischi e dal vivo è puro piacere. Ciò che sorprende in Samara è la consumata abilità di interpretare evergreen della scena musicale con classe e misura e farli suoi. E dopo anni di virtuose ma poco sensibili vocalist, sentire lei o...

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