Italia
San Lorenzo, quel paese rosso che non c’è più
Era abitato da operai, poeti, artisti e squatter. Pasolini ci passeggiava a testa bassa per non farsi riconoscere, il popolo che aveva conosciuto per quelle strade era cambiato. Poi divenne una distesa di pub e negozi gestiti dalle famiglie mafiose. I primi pusher erano sanlorenzini, ma presto vinsero i magrebini. A contestare Salvini c’ero anch’io
San Lorenzo – Foto di Valentino Bonacquisti / fotografia errrante
Era abitato da operai, poeti, artisti e squatter. Pasolini ci passeggiava a testa bassa per non farsi riconoscere, il popolo che aveva conosciuto per quelle strade era cambiato. Poi divenne una distesa di pub e negozi gestiti dalle famiglie mafiose. I primi pusher erano sanlorenzini, ma presto vinsero i magrebini. A contestare Salvini c’ero anch’io
Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 26 ottobre 2018
Sono venuto ad abitare a San Lorenzo nel 1979, contraendo subito la malattia della sanlorenzite. Era un paese di vecchi operai (costruito per loro nel 1909) con le lenzuola appese alle finestre, dove si potevano ancora ammirare matrimoni con la sposa sopra un calesse tirato da quattro cavalli. I borghesi del centro lo evitavano, zeppo secondo loro di feroci ladri, diversi da quelli dei film di Monicelli. Le uniche violenze che ho visto sono state quelle di carabinieri e polizia, armatissimi, contro i ragazzi dell’Autonomia di via dei Volsci. Era un quartiere abitato anche da poeti, da Gino Scartaghiande a...