Lavoro
Sanac appesa a un filo perché l’ex Ilva semipubblica non paga i debiti
Vertenze kafkiane A rischio 346 lavoratori, dopo un anno di mobilitazioni. Un odg delle parlamentari Simona Suriano e Yana Ehm (Unione Popolare) chiede di vincolare il miliardo di fondi pubblici stanziati per le Acciaierie d'Italia al pagamento dei debiti con l'azienda di prodotti refrattari per la siderurgia, e di partecipare al bando per il suo acquisto.
Una manifestazione degli operai Sanac
Vertenze kafkiane A rischio 346 lavoratori, dopo un anno di mobilitazioni. Un odg delle parlamentari Simona Suriano e Yana Ehm (Unione Popolare) chiede di vincolare il miliardo di fondi pubblici stanziati per le Acciaierie d'Italia al pagamento dei debiti con l'azienda di prodotti refrattari per la siderurgia, e di partecipare al bando per il suo acquisto.
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 15 settembre 2022
Riccardo ChiariROMA
Due stabilimenti già fermi su quattro, con gran parte dei 346 addetti in cassa integrazione straordinaria, e con il rischio sempre più concreto di chiusure definitive ad ottobre. E’ appesa a un filo la Sanac, e non perché sia un’azienda decotta ma semplicemente perché il suo storico committente, le Acciaierie d’Italia che contribuivano per il 60% al suo fatturato, ha deciso di escluderla dalla filiera dell’acciaio, acquistando le materie prime all’estero. Per giunta l’ex Ilva continua a non saldare i suoi debiti verso Sanac, circa 32 milioni di euro essenziali per acquistare materie prime, pagare i fornitori e gli stipendi...