Cultura
Sarà una Cina «conflittuale»
Intervista Pun Ngai, docente presso l’Hong Kong Polytechnic University, si occupa dei lavoratori migranti impegnati nell’industria e nelle costruzioni: sono loro i principali protagonisti di scioperi e proteste. «Non è ancora tempo per dire addio alla lotta di classe»
Un'opera di Wang Gongxin
Intervista Pun Ngai, docente presso l’Hong Kong Polytechnic University, si occupa dei lavoratori migranti impegnati nell’industria e nelle costruzioni: sono loro i principali protagonisti di scioperi e proteste. «Non è ancora tempo per dire addio alla lotta di classe»
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 6 giugno 2016
Nel corso degli ultimi anni lo sviluppo economico cinese pare aver imboccato una nuova strada, con delocalizzazioni verso l’interno del paese e all’estero, mentre alcuni commentatori hanno sottolineato l’emergere di un’ampia classe media. Tuttavia, i conflitti che attraversano il paese hanno raggiunto un nuovo picco all’inizio del 2016. Il numero di lavoratori migranti interni che si spostano verso le città continua a crescere e ha superato il 20% della popolazione, circa 270-280 milioni: impegnati soprattutto nell’industria e nelle costruzioni, sono loro i principali protagonisti di centinaia di scioperi e proteste che, per ora, raramente superano il livello della singola azienda...