Alias Domenica
Sarduy, los cantantes del brillante Severo
Ritratti in miniatura: Severo Sarduy Essenza della "cubanidad", espatriò in Francia nel 1959. Invasato del "nouveau roman", dimenticò per un po’ la musica sensuale della sua lingua di poeta «agile» e «divertito» (Barthes). Prima distante, riconobbe infine in Lezama Lima il suo unico maestro
Severo Sarduy in una delle sue esibizioni fotografiche
Ritratti in miniatura: Severo Sarduy Essenza della "cubanidad", espatriò in Francia nel 1959. Invasato del "nouveau roman", dimenticò per un po’ la musica sensuale della sua lingua di poeta «agile» e «divertito» (Barthes). Prima distante, riconobbe infine in Lezama Lima il suo unico maestro
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 23 ottobre 2022
Severo Sarduy, “Sin título”, 1967, collezione privata Conobbi Severo Sarduy a L’Avana, l’ultimo anno che vissi a Cuba, tra il 1956 e il 1957. Avevamo vent’anni e ambedue venivamo dalla parte orientale dell’isola, lui da Camagüey, io da Santiago. Nessuno dei due restò a lungo a Cuba: io partii nel settembre del ’57 per l’Italia, lui nel dicembre del ’59 per la Francia, nessuno dei due tornò mai più in patria. Lo stesso accadde a un grande amico nostro, della stessa età, Julio Rodríguez Luis, che partì per Portorico per poi trasferirsi negli Stati Uniti. In un modo o in...