Alias Domenica

Savelli, la pittura bianca

Savelli, la pittura biancaAngelo Savelli, «Alle quattro ragazze negre di Alabama», 1964, courtesy M & L Fine Art

Maestri in ombra / Speciale estate Arte italiana del dopoguerra. Il bianco di Angelo Savelli si pone nello spazio come segno di operosa manualità. L’inizio del processo è in un viaggio a New York del 1953

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 27 agosto 2017
Angelo Savelli (Pizzo Calabro, 1911 – Brescia, 1995) arriva a Roma nel 1930 per frequentare il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti. Vive in pieno le polemiche con il Novecento e le finezze tonali della «Scuola Romana». Diviso tra rinnovamento e conservatorismo, tra l’adesione al «realismo socialista» e l’interesse per la tradizione moderna, svaria le idee in molteplici echi delle innumerevoli tendenze che contraddistinguono il panorama artistico del primo cinquantennio del secolo. Ogni pittore si sente un innovatore ma la coscienza di attualità o la fede rivoluzionaria mascherano un ruolo che da tempo lo relega nei rivoli delle avanguardie...

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