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Sbarbaro, versi taglienti dalla riviera alla grande città

Sbarbaro, versi taglienti dalla riviera alla grande cittàLa spiaggia di Pareggi a Santa Margherita Ligure in una foto d’epoca

Poesia italiana del Novecento Prima di Montale, che con soggezione recensì Trucioli nel ’20, Camillo Sbarbaro denunciò il malessere esistenziale. Un volume di studi da San Marco dei Giustiniani

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 5 aprile 2020
Verso la fine del 1920 (16 novembre) uno sconosciuto ragioniere genovese (si chiamava Eugenio Montale) ebbe l’occasione di scrivere il suo primo articolo sul giornale «L’Azione», nuova voce della borghesia intellettuale della sua città; per argomento scelse di recensire un recente libro di prose liriche, Trucioli, scritto da un poeta ligure (si chiamava Camillo Sbarbaro) piuttosto noto per aver pubblicato nel 1914 la raccolta di versi Pianissimo per le edizioni della più prestigiosa rivista italiana, la fiorentina «La Voce». I due non avevano molto in comune; Montale, formatosi su studi tecnici, sognava di diventare un cantante lirico e, scoperta da...

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