Alias Domenica

Schiavone, un paesaggio inquieto di ritmi e forme

Schiavone, un paesaggio inquieto di ritmi e formeSigmar Polke, Circus Figures, 2005

Poesia italiana Tavole e stanze (da Oèdipus) è il quarto libro di Ivan Schiavone (Roma, 1983). Spiccano l’architettura fonico-semantica e una tensione dialettica: tra le sezioni, e verso il lettore e la tradizione letteraria

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 7 febbraio 2021
«In principio era il calcolo», potremmo dire, per mettere a fuoco la tecnica compositiva di Ivan Schiavone, adottando l’incipit di uno scartabello sanguinetiano. E tuttavia il prestito, pur elegante e appropriato, non basta a dire la stratificazione del lavoro compiuto, come continua a dimostrare l’ultimo libro di poesia pubblicato da Schiavone, Tavole e stanze (Oèdipus edizioni, pp. 64, € 12,50): al «calcolo» che determina rigorosamente architettura dell’opera e costruzione ritmica dei singoli versi va aggiunto, in stringente rapporto, il livello fonico-semantico – e tematico – dell’opera. Dal particolare al generale, dalla macro alla micro-forma (e viceversa), tutto si tiene in...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi