Alias Domenica
Schultz, uno scomodo ed epigrammatico family romance
Poesia americana La nonna, i genitori, la diaspora, il sogno americano, il dolore, il ghigno... Quella di Philip Schultz (1945) è un’irruente e struggente autobiografia in versi: Il dio della solitudine, antologia Donzelli
Yad Vashem,Gerusalemme, Museo di storia dell’Olocausto
Poesia americana La nonna, i genitori, la diaspora, il sogno americano, il dolore, il ghigno... Quella di Philip Schultz (1945) è un’irruente e struggente autobiografia in versi: Il dio della solitudine, antologia Donzelli
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 10 marzo 2019
Ci sono un paio di generazioni di poeti statunitensi di discendenza ebraica e dai nomi di altissimo prestigio. Si pensi a Louis Zukofsky e Delmore Schwartz e a molti dei cosiddetti Oggettivisti degli anni quaranta, cui si aggiungono, più di recente, Denise Levertov e Adrienne Rich, Allen Ginsberg, Anthony Hecht e Philip Levine, per arrivare a Robert Pinsky, Louise Glück, Mark Strand, Jorie Graham, e Charles Bernstein. Si può dire dunque che si è formata nel Novecento una corrente (non programmatica) di un numero consistente di portavoce di una cultura diversa – un tempo immigrati o figli di immigrati –,...