Alias Domenica

Schwob, il doppio fra terrore e pietà

Schwob, il doppio fra terrore e pietàClaude Cahun, Mani, 1929 ca.

Fin-de-siècle francese Sin dagli esordi (i racconti di Cuore doppio, 1891, riproposti da Il Vascello/Robin Edizioni) Marcel Schwob è ossessionato dai temi cari a Stevenson: l’ambivalenza, la realtà parallela, il sogno, la maschera, lo specchio, l’artificio...

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 10 marzo 2019
In quel delizioso ricettacolo di malignità che è il Journal di Léautaud, dove si esibisce il contrasto tra le eleganti movenze di innumerevoli gatti e la fissità silicea della salma di qualche conoscente (essendo il compilatore in questione affetto da quella particolare forma di necrofilia rappresentata dalla minuziosa descrizione delle esequie cui assiste), compare il ritratto al fulmicotone di Marcel Schwob: «Piccolo, curvo, pallido o giallo secondo i giorni. Gli occhi tanto più brillanti, con molto bianco. Una certa rassomiglianza con Napoleone. Lo dicono dedito alla morfina, all’etere. Dicono anche che avrebbe rapporti con il suo servitore cinese». E, in...

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