Visioni
Scocca la freccia di «Sylvia» fra ensemble e passi a due
A teatro La stagione della Scala si apre con un balletto che rimanda all’Aminta di Tasso resa attuale dalla coreografia svettante di Manuel Legris. Tre atti mozzafiato con i primi ballerini Martina Arduino e Claudio Coviello
Martina Arduino e Claudio Coviello – foto Brescia & Amisano/La Scala
A teatro La stagione della Scala si apre con un balletto che rimanda all’Aminta di Tasso resa attuale dalla coreografia svettante di Manuel Legris. Tre atti mozzafiato con i primi ballerini Martina Arduino e Claudio Coviello
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 21 dicembre 2019
Francesca PedroniMILANO
Si può rendere attuale un balletto classico dal tema mitologico, che rimanda alla favola pastorale Aminta, scritta da Torquato Tasso nel 1573? La risposta è sì e a darla è il titolo inaugurale della stagione di balletto 2019-2020 del Teatro alla Scala, Sylvia, musica dal brio sinfonico di Léo Delibes, diretta magistralmente da Kevin Rhodes, coreografia svettante del francese Manuel Legris, attualmente direttore dello Staatsballett di Vienna, onirici scene e costumi di Luisa Spinatelli. Una formidabile summa della scuola classico-accademica, danzata dal Corpo di Ballo della Scala diretto da Frédéric Olivieri con un dinamismo delle linee che colpisce per freschezza...