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Scuola, la secessione dei ricchi e il miraggio degli «schei»
La battaglia Perché i lavoratori della scuola, spogliati della loro funzione civile e privati di un orizzonte di libertà culturale, oggi devono rifiutare con ogni mezzo il progetto di regionalizzazione
La battaglia Perché i lavoratori della scuola, spogliati della loro funzione civile e privati di un orizzonte di libertà culturale, oggi devono rifiutare con ogni mezzo il progetto di regionalizzazione
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 14 aprile 2019
Sono un’insegnante della scuola italiana, ma lavoro in Veneto, e dunque potrei esserlo ancora per poco. La cosiddetta regionalizzazione dell’istruzione, parte di quel processo di frantumazione dello Stato ben più ampio e pericoloso (G. Viesti, Verso la secessione dei ricchi?; M. Villone Italia, divisa e diseguale) che interessa anche sanità e infrastrutture, ambiente, beni culturali e molto altro, procede carsicamente e potrebbe arrivare a compimento nei prossimi mesi. Tuttavia, la scuola procede, coi suoi ritmi e le sue attività, senza ben comprendere il destino che la attende: non se ne parla nei collegi docenti, nelle aule insegnanti, nelle riunioni di...