Se la Bce cambia rotta con il «quantative tightening»
The colours of the European Union are projected against the facade of the Eurotower office highrise during the 'Luminale' festival of light in Frankfurt Main, Germany, 12 March 2016. Every two years, artists and enterpises join forces to stage the 'Luminale' festival in Frankfurt. Photo: Alexander Heinl/dpa | usage worldwide (Photo by Alexander Heinl/picture alliance via Getty Images)
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Se la Bce cambia rotta con il «quantative tightening»

Finanza Tra incertezze sul quadro politico e un debito che a settembre ha superato i 2700 miliardi di euro, senza la copertura completa dei titoli a scadenza detenuti dalla Bce, il nostro Paese rischia insomma un deterioramento della sua «credibilità» sui mercati
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 18 ottobre 2022
Dal punto di vista economico, gli anni compresi tra il crack finanziario del 2007-2008 e l’avvento della pandemia sono stati contrassegnati anche dalle cosiddette «politiche non convenzionali» delle banche centrali. Non solo tassi d’interesse, ma anche acquisto di titoli pubblici e privati sul mercato secondario. Più denaro in circolazione, rendimenti delle obbligazioni statali sotto controllo. In Europa, l’anno cruciale è il 2015, quando la Bce guidata da Mario Draghi lancia il cosiddetto quantitative easing. Non una forma di finanziamento diretto degli Stati, vietato dai Trattati, ma comunque un modo per «alleggerire» gli oneri di rifinanziamento sul mercato. Un grande ombrello...

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