Cultura

Se la retorica è molto tossica non si può rimanere buonisti

Se la retorica è molto tossica non si può rimanere buonisti

L'intellettuale pubblico Andrea Camilleri aveva attaccato le politiche razziste del governo. Aveva detto «non in mio nome» contro gli sgomberi dei migranti, contro i rigurgiti neofascisti e le politiche persecutorie nei confronti degli oppressi.Non erano affatto le parole di un buonista, come le retoriche tossiche dei nostri giorni descrivono chi si rifiuta di arruolarsi tra i carnefici. Uno che scrive gialli pieni di cadaveri come può essere un buonista?

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 18 luglio 2019
Parole chirurgiche come un sasso lanciato da una fionda. Questo deve fare oggi un intellettuale. Ai nostri giorni, in questi anni di passioni tristi e di «idee senza parole», in cui si torna a mettere le maiuscole a termini che erano diventati un tempo lettera morta – Onore, Patria, Famiglia, ma anche Confini, Degrado, Legalità, Sicurezza e chissà quant’altro ancora – uno scrittore come Andrea Camilleri riesce a farci vedere che la miseria non è una colpa e che dietro alla miseria ci sono dispositivi economici e di potere che la producono. E che quei dispositivi si possono esporre, mettere...

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