ExtraTerrestre
Semine di canapa per bonificare l’Ilva
Reportage La battaglia della «Masseria Carmine» di Taranto, contaminata dal Siderurgico: ripulire la terra inquinata e riconvertire. I veleni hanno distrutto la loro economia, gli allevamenti. Il titolari dell’azienda puntano ora sulla canapa, al via la terza semina
L'Ila di Taranto vista dalla Masseria Carmine – Fabio Itri/Ulixes pictures
Reportage La battaglia della «Masseria Carmine» di Taranto, contaminata dal Siderurgico: ripulire la terra inquinata e riconvertire. I veleni hanno distrutto la loro economia, gli allevamenti. Il titolari dell’azienda puntano ora sulla canapa, al via la terza semina
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 15 febbraio 2018
Gianmario LeoneTARANTO
Per raccontare la storia della masseria Carmine della famiglia Fornaro, bisogna riportare indietro le lancette della storia al 1859. Anno in cui il marchese napoletano Filippo di Beaumont Bonelli acquistò il terreno di 60 ettari, dove sorge la masseria dalla quale si può ammirare Taranto e il suo mar Piccolo. A far incrociare le strade del marchese e della famiglia Fornaro è il caso, legato agli eventi della storia: il nobile napoletano ha bisogno di un fattore per le sue masserie sparse sul territorio, e per farlo sceglie, ai primi del novecento, Vincenzo Fornaro. Gli anni passano, la storia porta...