Politica

Senato di governo, Renzi rischia

Senato di governo, Renzi rischiaL'aula del senato della Repubblica – Sintesi visiva

Riforme Sarà il governo, e non il parlamento, a firmare la riscrittura della Costituzione. Lo fece il centrosinistra con il Titolo V, poi il Cavaliere con la devolution. È sempre finita male. I malumori della minoranza Pd non esplodono ancora

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 29 marzo 2014
Lunedì il Consiglio dei ministri approverà il disegno di legge costituzionale con il quale Matteo Renzi vuole mettere fine al bicameralismo paritario. Ci sono solo due precedenti di riforme costituzionali ad ampio spettro firmate direttamente dai governi, negli ultimi quindici anni. Il primo è la riforma del Titolo V imposta al parlamento dal governo di centrosinistra (D’Alema-Amato) e da tutti – anche da Renzi – considerata un esempio di riforma fallimentare. La seconda è la riscrittura della Costituzione firmata da Berlusconi e ispirata da Calderoli, abbattuta poi dal referendum popolare. Questi sono gli auspici, non buoni. E volendo si potrebbe...

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