Alias Domenica
Senza dei né fede il cielo è vuoto
Narrativa indiana Fin dal titolo dell'ultimo romanzo di Salman Rushdie è esplicita l’intenzione di seguire la scia dei narratori orientali: al centro, la Guerra dei Mondi, dove si scontrano le forze della luce e del buio, in una pirotecnica scrittura
Salman Rushdie
Narrativa indiana Fin dal titolo dell'ultimo romanzo di Salman Rushdie è esplicita l’intenzione di seguire la scia dei narratori orientali: al centro, la Guerra dei Mondi, dove si scontrano le forze della luce e del buio, in una pirotecnica scrittura
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 20 settembre 2015
Stephen King ha paragonato l’immaginazione a un terzo occhio che nell’infanzia ha una vista perfetta e, man mano che cresciamo, comincia a offuscarsi. Per apprezzare l’ultimo romanzo di Salman Rushdie, Due anni, otto mesi e ventotto notti (Mondadori, traduzione Lorenzo Flabbi, pp. 296, euro 22,00) è necessario che quell’occhio in più non sia ancora completamente appannato, perché, anche se, come afferma ancora King, compito dello scrittore di letteratura fantastica è «fornire quel terzo occhio di una singola, potente, lente», nessuna «lente» può riuscire ad adattare un occhio annebbiato dalla banalità del reale alle tante meraviglie e magie intrecciate nel racconto...