Alias Domenica
Sepolti simboli del taglio con la vita
La civiltà nell'era del Coronavirus La nostra storia psichica reagisce alla contingenza di una perdita sulla base dei vissuti remoti di altri lutti, anche simbolici: dal Freud del 1915 a Jung, a Hadot, a Harrison
Sophie Calle, «Pas pu saisir la mort», Venezia, 2007
La civiltà nell'era del Coronavirus La nostra storia psichica reagisce alla contingenza di una perdita sulla base dei vissuti remoti di altri lutti, anche simbolici: dal Freud del 1915 a Jung, a Hadot, a Harrison
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 26 aprile 2020
Da che la specie umana ha vita, ogni perdita dei nostri cari è accompagnata da gesti che ritualizzano l’espressione dei sentimenti, e anche da questa prospettiva, la mutilazione dei rituali del lutto è una strage emotiva che si aggiunge. L’impossibilità di salutare il morente, di dare sepoltura al suo corpo ricapitolandone la memoria, non è un effetto collaterale del coronavirus (come di altre epidemie) ma una delle sue più amare e traumatiche conseguenze. L’impossibilità di seppellire i morti – nella tradizione cattolica la «settima opera di misericordia corporale» – rende esponenziale l’angoscia, che si nutre della mancata possibilità di onorare...