Alias Domenica
Sereni, Fortini, Rosselli… A ciascuno il suo Montale
Novecento italiano Le raccolte di versi degli autori successivi alla «stella fissa» Montale sono esse stesse delle «forme critiche»: Niccolò Scaffai le analizza in una raccolta di saggi per Carocci
Eugenio Montale e, sulla destra, Vittorio Sereni in una foto anni settanta: Archivio Apg/Mondadori Portfolio via Getty Images
Novecento italiano Le raccolte di versi degli autori successivi alla «stella fissa» Montale sono esse stesse delle «forme critiche»: Niccolò Scaffai le analizza in una raccolta di saggi per Carocci
Pubblicato 8 mesi faEdizione del 7 aprile 2024
In un brevissimo epigramma (tre versi introdotti da un titolo ironicamente lapidario: C’è un Montale per tutti) Giorgio Caproni asseriva che «ciascuno ha il suo Montale, ritagliato a misura. / Vale quello che vale, / secondo natura e statura». Nel 1976 lo «scherzetto» caproniano rimarcava, a ottant’anni dalla nascita del poeta genovese, sia la varietà di una produzione che dagli Ossi di seppia a Satura ha mutato tono, modelli e forme, sia la centralità della lezione poetica di Montale per il nostro Novecento. Va da sé che in un volume rivolto a indagare la tradizione novecentesca, pur attraverso sondaggi mirati...